Dominio. La prima parola a cui si pensa nell’osservazione del risultato finale: 86-54. Non è esistito un vero confronto tra le due squadre, l’Angri ha sempre combattuto contro se stessa e quelle paure che avevano affondato la speranza di promozione già in Gara 2. È stato un processo molto lento, psicologico più che fisico, durato una settimana, che è servito ai cestisti angresi nel comprendere la loro reale forza e porla con agonismo estremo nella finalissima. Più che al suono della sirena, questo match è incominciato la notte prima, con la presenza dell’intero organico e dei rappresentanti della tifoseria che si sono dati incontro in palestra per organizzare nei minimi dettagli il giorno dopo. Alle 17.45, con un ora e un quarto di anticipo, il palazzetto è già pieno, in tremante attesa dell’inizio del match. Se ne conteranno quasi 1000 di tifosi, dissipati in ogni angolo del Palasport Galvani, teatro di questa opera senza stonature. Prima dello start, si assiste colmi d’emozione al minuto di silenzio per la strage dell’Heysel e con un clima festante all’esposizione del mantello con i colori Angresi, che ricopre l’intero settore dei tifosi casalinghi. Queste rappresentazioni sono sintomi di una cultura sportiva radicata nel basket ma soprattutto nei ranghi angresi, che giustamente ricordano che questa tifoseria merita ben altra categoria. La formazione di coach Dello Iacono si schiera con un inedito quintetto piccolo e veloce composto da Greco, Albanese, zaccaro, Nocera e De Martino Francesco. La compagine ercolanese schiera la formazione tipo con la presenza del playmaker n7 e il pivot n33, che saranno presi di mira dalla tifoseria per l’intera durata del match. Il match parte con schemi molto puliti da parte dei cestisti angresi che cercano di liberare i tiratori Greco e Albanese o di lasciare in uno contro l’uno l’inarrestabile Nocera. Che la serata sia quella giusta si vede dalla tenuta difensiva della squadra che riesce a proteggere il gioco in post del pivot che uscirà a fine serata con un imbarazzante 20 per cento dal campo. In risposta a questo dato inizia il magic moment della formazione biancorossa dalla linea dei 3 punti che vedrà protagonista nei primi due quarti Greco e Albanese. Il primo quarto termina 23-17 con un sostanziale equilibrio. Nel secondo quarto con la presenza fissa di Lewis e Conza che saranno fondamentali dalla panchina, la difesa acquista ancora più solidità, non facendosi prendere alla sprovvista né dagli attacchi avversari, sempre di più basati sul gioco in area, né da scelte arbitrali non condivisibili che porteranno gli avversari molto spesso in lunetta, unica fonte di punti. In attacco si rivede una squadra ancora più forte e organizzata della regular season, con schemi di blocchi che andavano a liberare sul lato debole i vari cestisti che in serie, riescono a tirare con medie strabilianti dalla lunga distanza. Ad unirsi a questo festival del tiro, oltre ai soliti noti Greco e Albanese, si aggiungono Nocera, Lewis Zaccaro e Conza. Il secondo quarto si chiude con il punteggio di 49-28. In questo preciso momento l’Angri capisce di essere completamente superiore ad un avversario senza energie, senza soluzioni né difensive né offensive, ma soprattutto in uno stato mentale nervoso che produrrà eventi da non replicare su un parquet. Nel terzo quarto Angri consolida con una Pallacanestro veloce e organizzata il vantaggio, che continua ad ampliarsi grazie ad un Nocera fisicamente devastante sotto i due canestri, che non si lascia intimidire dalle provocazioni e che mostra quella maturità e quel potenziale cestistico e umano che la squadra si aspettava da uno con le sue qualità. Lewis prende in consegna il pivot avversario e riesce a rendergli difficile il gancio cielo, unico attacco utilizzato e vincente in gara 2. Nel frattempo il Palasport riesce a galvanizzare i propri beniamini, incitati ininterrottamente per tutta la durata del match, e riesce ad innervosire i due cestisti avversari più fragili, il n7 e il n11, che cadono nel tranello mentale della trance agonistica. A farne le spese purtroppo, con un episodio davvero increscioso, è Zaccaro che riceve una vera e propria caccia all’uomo dal n7 avversario che cerca di spingerlo clamorosamente nel muro. Finalmente l’arbitro riesce a calmare gli animi grazie ad un fallo tecnico che doveva già avvenire per contatti precedenti. Il terzo quarto termina sul 71-43 e già si riesce ad intravedere la promozione scappata via l’anno scorso solo in finale contro Benevento. L’ultimo quarto è un trascinarsi lento, esitante, con l’emozione e la gioia palpabili nell’area del Palagalvani gremito e che stava per esplodere. Gli applausi scrosciano per i ragazzi come Postiglione, De Martino Marco, Starace e Atorino che anche per pochi minuti, si prendono il palcoscenico migliore della stagione. Un applauso va a loro per aver mantenuto una professionalità leggendaria anche avendo pochissimi minuti per mettersi in mostra durante la stagione. Gli ultimi secondi della partita servono alle due compagini per salutarsi in modo amichevole, tranne per i volti noti, e augurarsi una buona fortuna per la prossima stagione sportiva. Al suono della sirena finale c’è l’invasione di campo e la festa che questa piazza aspettava da molto tempo. L’Angri Pallacanestro è in serie C e scrive una pagina bellissima dello sport nostrano.
Vincenzo Nasto